CronacaProvincia di PalermoProvincia di SiracusaRegione

Sequestrati 150 mila euro all’avv. Ingroia e al contabile Chisari della Sicilia Digitale, la partecipata della Regione Sicilia per peculato

Peculato è l’ipotesi di reato contestata all’avvocato Antonio Ingroia e al dott. Antonio Chisari rispettivamente, Amministratore unico e revisore contabile della società partecipata regionale Sicilia e Servizi s.p.a., oggi Sicilia Digitale s.p.a..

L’operazione è stata condotta dai finanzieri del Nucleo di Polizia Economico – Finanziaria di Palermo su disposizione della Procura della Repubblica di Palermo. Ai 2 soggetti sono state sequestrate somme per l’ammontare di 150 mila euro.

Le contestazioni mosse agli indagati traggono origine dalla natura riconosciuta alla Sicilia e-Servizi s.p.a. di società in house della Regione e dalla conseguente qualifica di incaricato di pubblico servizio rivestita da entrambi.

Le indagini hanno consentito di accertare che il 3 luglio 2014 l’avv. Ingroia, in qualità di liquidatore della società, si è autoliquidato circa 117.000 euro a titolo di indennità di risultato per la precedente attività di liquidatore, in aggiunta al compenso omnicomprensivo che gli era stato riconosciuto dall’assemblea, per un importo di 50.000 euro. Tale indebita auto-liquidazione del compenso ha, di fatto, determinato un abbattimento dell’utile di esercizio del 2013 da 150 mila euro a 33 mila euro.

L’avv. Ingroia si sarebbe, inoltre, indebitamente appropriato di ulteriori 34.000 euro, a titolo di rimborso spese sostenute per vitto e alloggio nel 2014 e nel 2015, in occasione delle trasferte a Palermo per svolgere le funzioni di amministratore, nonostante la normativa nazionale e regionale, chiarita da una circolare dell’Assessorato regionale dell’Economia, consentisse agli amministratori di società partecipate residenti fuori sede l’esclusivo rimborso delle spese di viaggio.

Anche in questo caso, così come per l’autoliquidazione, la violazione della normativa vigente è stata avallata dal revisore contabile, dott. Chisari, indagato in concorso con l’Avv. Ingroia anche per questa seconda ipotesi di peculato.

Pubblicità