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Selfie con i reperti in mano al museo Paolo Orsi

Le immagini parlano chiaramente giovani turisti russi accompagnati dai loro professori giocano con pezzi di storia: statue, anfore e quant’altro diventa oggetto da accostare al proprio volto per scattare un selfie da condividere, così, senza troppa importanza, come i  mosaici ed i famosi resti degli elefanti nani.

Tra le altre foto, risalta quella in cui una turista regge in mano, anche in maniera piuttosto precaria, con il rischio di farlo andare in frantumi, un antico vaso.

Reperti di inestimabile valore ridotti a dei semplici oggetti che il turista,irrispettoso, può rischiare di danneggiare per sempre.

Il tratto distintivo della vicenda è che evidentemente nessuno ha vigilato o fermato i giovani turisti.

Inevitabile porsi alcune domande come ad esempio: non dovrebbero esserci custodi per la vigilanza?

Oppure, non dovrebbe suonare l’allarme nel caso di violazione delle regole che vigono in tutte le strutture museali?

Certamente deve essere stata una bellissima esperienza per i ragazzini che hanno potuto toccare con le proprie mani dei pezzi di storia, ma allo stesso tempo una vicenda che racchiude in sè un vero e proprio paradosso che poco ha a che fare con la conservazione e la valorizzazione dei beni culturali.

R.R

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