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Referendum: ultime ore di campagna elettorale, alla mezza notte scatta il silenzio. Guida al voto

Ultime ore di campagna elettorale, poi alla mezzanotte  scatterà il silenzio elettorale. Quindi, domenica, si andrà al voto. Un referendum molto dibattuto quello del 4 dicembre e fino all’ultimo non mancano botta e risposta, l’ultimo quello fra Grillo e Renzi.

Non ricordiamo altri referendum dibattuti e discussi come questo: tantissimi dibattiti televisivi, centinaia di post sui social… Questo referendum ha coinvolto proprio tutti. Ma al di là della passione, degli slogan di circostanza e dei link scopiazzati su Facebook siamo veramente sicuri che tutti sappiano cosa si andrà a votare?

Un referendum, quello di dopodomani, molto controverso e molto dibattuto, non solo tra la maggioranza ma anche all’interno dello stesso partito democratico.

Un referendum controverso anche per le modalità con cui è stato proposto essendo entrato sul personalismo, tanto che ancora c’è chi è convinto che il sì o il no al referendum sia un sì o un no a Renzi piuttosto che un sì o un no alla riforma costituzionale. Noi invece con questo articolo vogliamo focalizzare l’attenzione proprio sul quesito referendario che è in realtà molto semplice: volete confermare le modifiche che sono state apportate alla Costituzione? Sì o no?

Ecco una comoda spiegazione con i principali punti della riforma, cioè le varie cose che sono state modificate della Costituzione, descritti in modo semplice e accessibile a tutti.

  1. Modifica del Senato / Eliminazione del bicameralismo perfetto. Continuerà a chiamarsi “Senato della Repubblica” ma non avrà più i poteri attuali. Avrà competenza legislativa piena solo su alcuni tipi di leggi e le riforme costituzionali. Solo alla Camera, che “rappresenta la Nazione” e resta composta da 630 deputati, “spetta la titolarità del rapporto di fiducia con il governo e la funzione di indirizzo politico, la funzione legislativa nonché il controllo sull’operato del Governo”. Il Senato invece “rappresenta le istituzioni territoriali. Si elimina così la “navetta” tra Camera e Senato e si elimina quindi il bicameralismo perfetto. La riforma prevede inoltre che sia il Presidente della Camera, e non più il presidente del Senato la seconda carica dello Stato. Sara’ il presidente della Camera (e non più del Senato) a sostituire il presidente della Repubblica “ad interim”. Spetta però al presidente del Senato convocare il Parlamento in seduta comune nella circostanza in cui il presidente della Camera eserciti le funzioni del Presidente della Repubblica. Cambia inoltre il quorum valido per eleggere il Presidente della Repubblica.

  1. Modifiche del senato / Diminuzione dei senatori e modifiche del mandato. Il Senato sarà costituita da 100 membri di cui 74 saranno consiglieri regionali, 21 saranno sindaci e 5 saranno nominati dal presidente della Repubblica. I cinque senatori scelti dal Colle dureranno in carica sette anni come il Capo dello Stato e non possono fare più di un mandato mentre il mandato degli altri senatori è uguale a quella degli organi delle istituzioni del territorio in cui sono stati eletti. I nuovi senatori godranno delle stesse tutele dei deputati: non potranno essere arrestati o sottoposti a intercettazioni senza l’autorizzazione del Senato.

  1. Rapporti Stato-Regioni e abolizione delle Province / Revisioni del titolo V .Si rimette mano al titolo V dopo la riforma costituzionale del 2001. Sono riportate in capo allo Stato alcune competenze come energia, infrastrutture strategiche e sistema nazionale di protezione civile. Inoltre su proposta del governo la Camera potrà approvare leggi anche di competenza delle regioni quando sono in gioco interessi nazionali. Le 110 Province previste dalla Costituzione sono già state abolite e sostituite da “Enti di secondo livello” con un organismo esecutivo formato dai Sindaci. Tuttavia le Province sono previste dalla Costituzione per cui nella riforma costituzionale si è decisa la loro cancellazione dalla Carta.

  1. Abolizione del CNEL / Riduzione dei costi delle istituzioni. La riforma prevede una serie di disposizioni per la riduzione dei costi delle istituzioni. La riforma abroga anche il Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro, un organismo pensato nel 1948 come “raccordo” tra società civile e Palazzi della politica, un ruolo ridottosi col passare dei decenni. In esso siedono 64 consiglieri, oltre al Presidente.

  1. Referendum e leggi di iniziativa popolare. Saranno inseriti anche i referendum propositivi finora non contemplati. Per quanto riguarda le leggi di iniziativa popolare salgono da 5000 a 150 mila le firme necessarie per presentare un ddl di iniziativa popolare. Però i regolamenti della Camera dovranno indicare tempi precisi di esame, clausola che oggi non esiste.

    Spieghiamo infine come si vota. Bisogna andare ai seggi muniti di documento di identità e tessera elettorale. Verrà consegnata una scheda dove c’è scritto il quesito referendario e si deve sbarrare sì, se si vuole che la riforma venga a approvata, e no se non la si vuole. E’ un referendum confermativo quindi non c’è bisogno del quorum per cui il referendum sarà valido con qualsiasi percentuale di votanti.

    Speriamo che con questo articolo siamo riusciti a spiegare in maniera semplice e chiara in cosa consiste il referendum, visto che si è fatta molta confusione e spesso nei salotti televisivi non si capisce granchè. E speriamo soprattutto che andiate a votare perchè è importante dare il proprio contributo ed esprimere la propria opinione in cose così importanti. Soprattutto è importante votare con coscienza.  A prescindere, citando una frase di Obama, speriamo che, comunque vada, lunedì spunti il sole! Buon voto a tutti!

Ilaria Greco

 

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