Avola: povere paperelle, uccise da ragazzini violenti e viziati!

di Sebi Roccaro

Avola – 22 settembre 2015. Ieri grazie alla sensibilità di una nostra lettrice, abbiamo scoperto come un gruppo di ragazzini, età tra i 12 e i 15 anni, per il sol piacere di rallegrarsi nel torturare con diverse metodologie (tipo spari di bombette, tiro al bersaglio etc) uccidevano barbaramente le paperelle che popolano la fontana sulla 24 metri.

“Ero alla pista ciclabile con la mia cagnolina ed il mio ragazzo e camminando sentivo il rumore di bombette e poi delle grida venire dalla fontana della ventiquattro metri… – ci racconta la nostra lettrice – ci siamo avvicinati e ho visto una scena disgustosa: c’erano 6 o 7 ragazzi sui 12/13 anni che si divertivano a torturare le paperelle tirandogli addosso bombette… gli occhi mi sono andati subito sotto i loro piedi dove c’era già una paperella morta. Poi ce n’era una in piedi nel casotto, i ragazzi la bombardavano e io vedevo le scintille ai suoi piedi e lei gridava disperata… ogni volta che un colpo andava a segno loro beffeggiavano la sua sofferenza e facevano grasse risate. Abbiamo chiesto per favore di smetterla o chiamavamo i carabinieri ma eravamo gli unici. Gli altri passanti guardavano e basta così siamo andati verso casa per chiamare i carabinieri e nel tragitto sentivo che ci gridavano insulti del tipo “sbirri di merda o scassa palle” ecc.. Non so se poi effettivaamente i carabinieri siano andati ma io li ho avvertiti”. Così la nostra lettrice, che poi ha concluso con una profonda riflessione: “l’indifferenza paga solo i delinquenti , arroganti e i prevaricatori e quella sera ho visto l’indifferenza, e noi eravamo i guasta feste… Avola è la mia città ma noto tristemente che il concetto di rispetto ed educazione a livello territoriale ed umano è veramente scarso, e mi dispiace tanto”.

Abbiamo fatto mente locale e ci siamo ricordati che non è la prima volta che certe cose accadono per mano di certi “balordi” capaci solo di “divertirsi” nel veder soffrire gli altri.

Il fenomeno dell’adolescente che presenta dei comportamenti aggressivi rappresenta una sfida difficile sia per i genitori che per i professionisti. In effetti, tali giovani sono caratterizzati da un lato estremamente ribelle, da esplosioni di rabbia, da minacce costanti e dall’uso della violenza fisica. Il denominatore comune di questi comportamenti si riassume nell’atteggiamento centrale del ragazzo violento : “Sono il capo”.

Nel caso specifico il ragazzo violento e aggressivo può determinare anche atteggiamenti di superficialità tanto da indurre lo stesso a scatenare la propria rabbia contro essere incapaci di difendersi e di poter reagire.

Le paperelle presenti nella nostra 24 metri, esattamente nella fontana vicino al piazzale della Pace, sono l’esempio esatto dello stato di totale incapacità di reazione! Esseri viventi che non possono reagire e scatenano nei giovani, soprattutto in quelli con problemi in famiglia, aggressività ingiustificata.

Occorre porre un rimedio. Il Comune faccia qualcosa subito. I Vigili Urbani in primis e quei genitori che sanno che i loro figli fanno di queste cose intervengano, magari senza violenza, per reguardire quei ragazzi che vivono una realtà diversa dalla vita normale.

Ma c’è una riflessione ancora più ampia e generica che ci viene da fare: i tempi sono cambiati. Nella realtà di oggi i ragazzi appaiono sempre più pieni di oggetti, di tecnologia, bombardati da pubblicità, perennemente connessi in rete con il mondo intero. Eppure al tempo stesso, appaiono vuoi, incapaci di provare stimoli, desiderosi sempre di più, sempre di nuovo, sempre di tutto. Si ha la sensazione che più hanno, più non riescono a colmare quel vuoto interiore al punto da riempire i momenti liberi della giornata uccidendo delle indifese paperelle. E si ha sempre più la sensazione che le nuove generazioni non sanno più commuoversi per un tramonto o per una passeggiata in riva al mare. Siamo nell’era del progresso, della tecnologia, eppure siamo anche immersi nella vuotaggine e nella carenza di quei valori fondamentali per i nostri padri, per i nostri notti.

E se qualcuno di voi in questo momento stata pensando “ai miei tempi queste cose non accadevano”, io rispondo che i tempi sono cambiati, oggi la famiglia è cambiata, senza più regole e senza quei valori che prima non permettevano tali comportamenti.

Non voglio annoiarvi con certe cose ma, con sincerità vi dico che il racconto della nostra lettrice mi ha colpito, non voglio più pensare che delle povere papare possano essere ammazzate da balordi in cerca di avventure.

Faccio appello a chi di competenza perché si fermi questo vergognoso comportamento, altrimenti si rischierebbe che la nostra società si portasse addosso una responsabilità grande: non aver dato ai nostri figli quel minimo di umanità che contraddistingue l’uomo dall’animale.

In fede, Sebi Roccaro

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