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Oggi si ricordano i tragici Fatti di Avola che contribuirono a cambiare la situazione dei lavoratori in tutta Italia

2 Dicembre 1968 – 2 Dicembre 2016. Sono trascorsi 48 anni dai Fatti Di Avola, da quel tragico giorno in cui, durante una manifestazione di braccianti che rivendicavano un salario uguale a quello di altre zone d’Italia e, quindi, l’abolizione delle “gabbie salariali”, fu bloccata la strada statale 115 a Chiusa di Carlo e i celerini caricarono i dimostranti perché ebbero l’ordine di liberare la strada.

Durante lo scontro furono uccisi dalle pallottole due braccianti: Angelo Sigona e Giuseppe Scibilia. Chiedevano trecento lire in più. La stessa paga dei braccianti di Lentini. Gli agrari rifiutarono di trattare con i sindacati. Lo Stato rispose con i mitra della polizia. I Fatti di Avola contribuirono a determinare un mutamento in tutta la nazione. I lavoratori ebbero riconosciuti maggiori diritti e forme contrattuali diverse. Nel 70 si arrivo’ alla formulazione dello Statuto dei lavoratori.

Negli anni successivi altri diritti del lavoro sono stati conquistati. Oggi, come allora, i “nuovi agrari” stanno imponendo altre regole, revocando man mano i diritti conquistati in anni di lotte sindacali. La precarizzazione del lavoro, il forte tasso di disoccupazione, l’alimentare il mercato di riserva dei lavoratori con i nuovi sfruttati: gli immigrati, l’abolizione dell’articolo 18 votata da rappresentanti di un Governo che di sinistra ha ben poco, stanno rinfocolando la protesta e gli scioperi. I temi delle lotte e delle conquiste sindacali in un paese negato allo sviluppo sono più che mai attuali.

A 48 anni da quei Fatti, oggi si ricorderà il nome dei caduti in quella circostanza e in altre circostanze simili affinchè non si ripeta mai più nella storia, affinchè non si possa più morire per difendere i propri diritti di lavoratore. Alle 8:30 verrà posta una corona di fiori sulla lapide posta nei pressi dell’Ospedale Di Maria, luogo dove morirono gli operai, e alle 10:00 ci sarà un incontro con i sindacati al Palazzo di Città.

 

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