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Noto, alla scoperta del territorio con il Treno del Val di Noto

Ieri è partito il Treno del Val di Noto, il treno con partenza da Catania in viaggio verso i territori del Val di Noto.

Noto, 12 ottobre 2015. Ieri è ufficialmente partito il “Treno del Val di Noto”, un viaggio d’epoca ricco di suggestioni e meravigliose sensazioni.

Organizzato dall’associazione Treno Doc di Palermo, il “Treno del Val di Noto”, con partenze da Catania e Siracusa, verso la città di Noto con visita allo splendido centro storico, per poi proseguire al castello Donnafugata e’ un evento organizzato in collaborazione con Fondazione FS Italiane, e con il patrocinio dell’assessorato al Turismo della Regione Sicilia, del Comune di Noto e del Comune di Ragusa.

Il treno e’ partito alle 7,45 da Catania Centrale con fermate intermedie per servizio viaggiatori a Lentini: diramazione 8,11 – Lentini 8,17 – Augusta 8,38 – Siracusa 9,22 – Avola 9,44 e arrivo a Noto alle 9,50.

All’arrivo a Noto i visitatori sono stati trasportati in pullman dalla stazione al centro storico per la visita alla città e ai suoi siti, con tutti  i relativi servizi offerti, gratuitamente, dal Comune di Noto. Prima di ripartire il primo cittadino Bonfanti ha avuto modo di salutare i circa 300 ospiti, per ringraziarli della loro cortese visita, come consueto per una città turistica accogliente.

Subito dopo la ripartenza per Donnafugata, dove giunti in stazione, con una breve passeggiata di circa 300 metri si raggiunge il Castello di Donnafugata,  dimora nobiliare del tardo ’800 e sede di varie scene della serie TV “Il Commissario Montalbano”. Dopo la pausa pranzo, visita al Castello e al suo splendido parco, con ingresso gratuito offerto dal Comune di Ragusa.

Alle ore 17:15 circa ritorno alla stazione ferroviaria e partenza alle ore 17:30 per Ragusa-Modica-Noto-Catania-Siracusa (il treno al ritorno effettuerà le stesse fermate dell’andata) con arrivo a Siracusa alle ore 19:50 e a Catania C.le alle ore 21:10.

Un bell’espediente per la conoscenza della maestosità dei territori nostrani.

 

Corrado Tardonato

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