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La Regione chiude 4 punti nascita. Brandara: “I risparmi si fanno eliminando gli sprechi ed approntando un piano o oculato delle spese da sostenee, non certamente tagliando i servizi necessari alla collettività”.

“I risparmi si fanno eliminando gli sprechi ed approntando un piano oculato delle spese da sostenere, non certamente tagliando i servizi necessari alla collettività”.
​E’ questa la prima reazione del Commissario Straordinario del Comune di Licata, Maria Grazia Brandara, alla notizie diffusa pervenuta oggi da Palermo, in base alla quale l’assessore regionale alla salute, Lucia Borsellino, sta imprimendo un’accelerazione alla soppressione di diversi punti nascita siciliani con meno di 500 parti l’anno, tra i quali quello dell’ospedale San Giacomo d’Altopasso.
Uno spiraglio di restare in vita, secondo le notizie provenienti da Palermo, ci sarebbe per quei nosocomi per i quali è prevista una deroga per ragioni geografiche, difficili da raggiungere.
​”Chiudere il reparto di ginecologia e ostetricia di Licata che, da come ho avuto modo di constatare personalmente – sono ancora le parole del Commissario straordinario del nostro Comune – funziona benissimo, all’interno del quale ho trovato persone che lavorano con molta professionalità ed amore, sarebbe veramente un delitto. E ciò anche in aggiunta ad altri due importanti fattori: il primo è quello dato dal trend al rialzo del numero dei parti registrati nel corso degli ultimi mesi, e l’altro dovuto al fatto che con la chiusura della scorrimento veloce Licata – Ravanusa, e delle condizioni generali in cui versano le altre arterie statali, che hanno determinato un vero isolamento della città di Licata, in atto raggiungere i nosocomi più vicini è veramente pericoloso per la sicurezza delle partorienti”.

​Alla luce di queste ultime novità, l’on. Brandara ha preannunciato che “unitamente ai componenti della commissione consiliare sanità vedremo di intraprendere ogni utile iniziativa per scongiurare, seppure in extremis, la chiusura del reparto di ginecologia ed ostetricia dell’ospedale San Giacomo d’Altopasso. Il diritto alla salute va garantito con ogni mezzo”.

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