Provincia di SiracusaSiracusa

La conferenza stampa di Zappulla sul Comune di Siracusa: “Tutti gli appalti inquisiti e con pesanti ricorsi”

Siracusa (19/09/2016) – Il Componente della Commissione Lavoro della Camera, Pippo Zappulla, e la consigliera comunale del Pd, Simona Princiotta, questa mattina hanno tenuto la tanto attesa conferenza stampa sul Comune di Siracusa.
“Un altro appalto, un altro “errore; davvero troppi ed è ragionevole parlare di Sistema Malato”. E’ stato detto questo in apertura di conferenza, sottolineando che la strada maestra per la normalizzazione passa dalle dimissioni del sindaco Garozzo. Altro che azzeramento.

Questa, comunque, la sintesi della dichiarazione diffusa da Pippo Zappulla

“In premessa, ritengo opportune e importanti due considerazioni. La prima ed è quella, a mio avviso, fondamentale: se prendiamo in esame gli appalti e le gare promosse dal Comune non bisogna essere particolarmente arguti per notare che sono quasi tutti in qualche modo interessati da impugnative, ricorsi e, peggio, da indagini della Magistratura. Mi riferisco in particolare ai rifiuti, al servizio idrico, agli asili nido e potrei continuare. Forse, invece di inseguire chissà quali complotti orditi da poteri forti, sarebbe il caso di interrogarsi se si tratta di un sistema malato, di eccessiva superficialità, di quell’asticella della legalità a cui tante volte ho fatto riferimento che si è eccessivamente abbassata.
Dico questo non certo con compiacimento, ma con forte preoccupazione e inquietudine: non fa piacere a nessuno, a chi ama Siracusa, a chi milita nel Pd e nel Centrosinistra, vedere la nostra città e parte della sua classe dirigente sulle pagine locali, regionali e ormai anche nazionali come la città più indagata d’Italia. Anche per questo la maggioranza del Pd aveva chiesto Un Nuovo Governo della Città. Non per sostituirsi alla Magistratura, a cui ribadisco va il mio pieno e convinto sostegno, ma per rimettersi in sintonia con l’opinione pubblica e con i cittadini, per lanciare un chiaro ed inequivocabile segnale di consapevolezza sulla gravità della situazione, per rimettersi alla testa di un processo vero di legalità e di trasparenza. E’ stato intrapreso dal Sindaco un altro percorso e se ne assume ovviamente la responsabilità.
In secondo luogo, non stiamo a perorare oggi la causa della Cooperativa Stes ma il suo diritto a partecipare alla gara, diritto e facoltà che di fatto gli è stato – a lei ed altri – negato. Stiamo a sostenere sicuramente il coraggio che comunque hanno avuto di denunziare vicende gravi di irregolarità tentativi e di malaffare. Il Presidente della cooperativa ha presentato alla Procura un dettagliato esposto nel mese di agosto 2015 e siamo qui a sostenere che il fascicolo aperto trovi presto completamento e chiusura. Certo, sta alla Magistratura accertare la realtà dei fatti ed eventuali responsabilità penali, ma non si può sottacere la gravità delle accuse mosse e presentate alla Procura della Repubblica. Stiamo qui a prendere atto, invece, che alcuni errori gravi nella procedure per l’aggiudicazione dell’appalto (servizi di manutenzione impianti elettrici e telefonici, segnaletica orizzontale, verticale e luminosa, reperibilità per pronto intervento stradale, riqualificazione sedi stradali, manutenzione e pulizia di caditoie chiusine) non solo hanno impedito la partecipazione della Stes, ma inibito la possibilità per altre imprese o cooperative di parteciparvi. Se, infatti, si pone come condizione per poter partecipare alla gara determinati requisiti, le imprese che ritengono di non averle decidono, loro malgrado, di autoescludersi non partecipando.
Il disciplinare di gara prevedeva l’aggiudicazione al concorrente che non solo presentava l’offerta economicamente più vantaggiosa, ma addirittura recita che non si sarebbe proceduto neanche all’apertura delle buste se l’impresa non avesse totalizzato la valutazione tecnica di almeno 40 punti. E’ del tutto evidente che la Stes, come altre potenziali concorrenti, hanno ritenuto – non potendo totalizzare tale punteggio – di non presentare la propria proposta. Se alla fine, però, si scopre che invece quelle condizioni sono state disattese e l’impresa aggiudicatrice – unica concorrente – non raggiunge quel punteggio si è prodotto un grave danno a tutti, al diritto della Stes e delle altre imprese che potevano partecipare. E’ questa, da sola, condizione (ma ne insistono altre) che consente, a nostro avviso, di considerare irregolare la gara e l’aggiudicazione della stessa. Annullare, quindi, l’appalto in autotutela ci appare la soluzione tecnica, giuridica ed etica possibile per tutelare tutti a partire proprio dal Comune e dai cittadini su cui eventualmente alla fine si scaricano errori e irregolarità.
Non è, infine, ozioso sottolineare che da questa operazione più della metà del personale che per lunghi anni è stato impegnato in questi servizi (14 lavoratori) sono rimasti fuori e allo stato disoccupati. E non sarebbe male capire il perché e conoscere i metodi selettivi utilizzati per scegliere il personale.
In buona sostanza, con questa gara si sono raggiunti, diciamo sarcasticamente, almeno tre obiettivi negativi: il primo di avere negato di fatto il diritto della Stes (che per la cronaca svolgeva questi servizi per il Comune dal 1999) e delle altre imprese a partecipare alla gara; il secondo di avere ridotto il lavoro da 26 unità a soli 12 che la nuova impresa ha ritenuto di assorbire. Decisione questa in qualche modo giustificata da una graduale ma forte riduzione del budget. Si è passati, infatti, da 1 milione e 50 mila del 2011 a 845 del 2015 ad una gara affidata con poco più di 500 mila euro. Il terzo obiettivo, si fa per dire, è quello di avere radicalmente abbassato la quantità del lavoro. Sono state ridotte le squadre di più del 50%, è scomparso il gruppo di reperibilità h24 per tutte le manutenzioni d’urgenza, scaricando sulla collettività e la qualità dei servizi scelte economiche e politiche quantomeno discutibili.
Concludo, quindi, riaffermando un principio che ritengo fondamentale: rimango un convinto assertore che anche a Siracusa deve tornare il primato della politica, della buona politica, di quella che lavora per operare nel bene collettivo e nel giusto. Quella buona e sana politica che quando ci si accorge di un errore non evoca complotti ma ha il coraggio di intervenire e correggere. Altrimenti poi non ci si può scandalizzare se interviene e pesantemente la Magistratura. Per l’ennesima volta è quel che tentiamo di fare oggi”.

Il deputato nazionale Pd
Pippo Zappulla

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