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Elezioni 2018. In Sicilia cappotto del Movimento 5 Stelle: più seggi che candidati!

Al proporzionale il successo è così grande che non ci sono abbastanza nomi in lista. Cancelleri: “C’è un buco nella legge”.

Palermo, 6 marzo 2018 – Concluse le elezioni (leggi qui il nostro precedente articolo) adesso si tirano le somme, nel vero senso della parola. Tralasciando i numeri a livello nazionale, ci concentriamo sulla Sicilia. Dove, con sorpresa un po’ di tutti, perfino dei diretti interessati, il Movimento 5 Stelle fa cappotto prendendo tutti e 28 i collegi uninominali dell’isola e gran parte di quelli plurinominali superando il 48 %.

Un vero trionfo  preannunciato per la verità già da precedenti successi ma, visto il passo indietro delle recenti regionali, in cui i pentastellati non sono riusciti a prendere la Regione, arriva come una manna dal cielo. “Non ci aspettavamo tutto questo successo – ci dice con occhi lucidi un grillino mentre ancora si stanno scrutinando le schede – le regionali si sono concluse pochi mesi fa e non avevamo avuto questo trionfo… ma questo dimostra che ogni elezione è a sé!”.

Una vittoria larghissima che oltre ai 28 eletti all’uninominale piazza 25 parlamentari nella quota proporzionale: tanto larga, la vittoria, da creare un problema nei subentri, visto che molti dei parlamentari grillini che l’hanno spuntata nella quota proporzionale hanno ottenuto il seggio anche all’uninominale. Così, nel M5S, si crea un problema di scorrimento: la lista – che per legge non poteva superare 4 nomi – è troppo breve rispetto ai seggi realmente ottenuti dai grillini.Un caso forse unico nella storia che fa storcere il naso al leader dei Cinquestelle Giancarlo Cancelleri che osserva che “la norma ha un buco. I seggi a Palazzo Madama sono attribuiti su base regionale, ma in Sicilia abbiamo eletto tutti i nostri candidati. Chiederemo agli uffici come si intende procedere con la casella libera”.

Al PD invece il problema è opposto: si arranca! Dentro alcuni “VIP” democratici come Davide Faraone e Fausto Raciti ma fuori molti altri tra cui Fabio Giambrone, fedelissimo di Leoluca Orlando.

Nel Centrodestra molti i “bocciati” all’uninominale ma “ripescati” grazie al proporzionale. Tra questi spiccano Bongiorno, Schifani e Stefania Prestigiacomo. Quest’ultima, avendo centrato  l’elezione in due collegi proporzionali, potrà fare spazio a Nino Germanà a Messina o a Giovanni Mauro a Siracusa-Ragusa.

Bottino magro, infine, per Leu. Ce la fanno solo in tre: il presidente del Senato e leader del partito Pietro Grasso, che approda a Palazzo Madama dalla Sicilia occidentale anche lui grazie al “paracadute” del proporzionale (incredibile come non sia riuscito a farcela nel suo comune!), il vicepresidente della commissione Esteri della Camera Erasmo Palazzotto e l’ex segretario della Cgil Guglielmo Epifani.

Adesso il problema è nella governabilità. A parte la conta dei seggi il vero problema è che nessuno ha i numeri reali per governare. E la patata bollente passa a Mattarella.

Ilaria Greco

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