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Dolore e rabbia nel giorno del funerale di Michele Assente e Salvatore Pizzolo

Saracinesche abbassate e occhi pieni di lacrime. Tristezza e rabbia si mescolano il giorno del funerale dei due ragazzi morti sul lavoro.

Siracusa e Melilli, 15 settembre 2015 – E’ il giorno del dolore e della rabbia a Siracusa e Melilli, le due città dove si sono svolti i funerali di Michele Assente e Salvatore Pizzolo, i due ragazzi morti nella zona industriale di Priolo. I funerali di Assente, siracusano, sono stati celebrati nella chiesa di Santa Rita a Siracusa, mentre la funzione per Salvatore Pizzolo è stata celebrata nella chiesa di San Sebastiano, a Melilli, la sua città. Entrambi i sindaci, Garozzo e Cannata, hanno proclamato per oggi il lutto cittadino, invitando le attività commerciali a restare chiuse.

Ed oggi le due città hanno avuto il volto del dolore e del silenzio: saracinesche abbassate, chiese piene di gente, occhi pieni di lacrime, commozione, ma anche voglia di fare giustizia, capire da che parte sta la verità. Quella verità per la quale sta lavorando la Procura della Repubblica, e quell’altra verità portata avanti dai sindacati, che in vano avevano fatto uno sciopero. In vano perchè, prima ancora che passassero le 24 ore, un’altra vita veniva a mancare, quella di un altro operaio, anche lui morto sul posto di lavoro. Anche lui morto per portare avanti il proprio dovere di cittadino. “L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro”, rimbomba sempre in testa in questi casi. Troppi casi, in cui non ci si trova più semplicemente a chiedersi se vivere per lavorare o lavorare per vivere. Qui la vera domanda è: “vivere per morire?”. E la risposta è: si può. La vera risposta però dovrebbe essere: “non si deve”.

Ilaria Greco

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