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Al voto in autunno per le ex province siciliane

La ex Provincia di Siracusa annaspa e sprofonda. Servizi per i cittadini ridotti a zero e problematiche anche gravi che si ripercuoteranno in maniera negativa nei prossimi anni e che riguarderanno la sicurezza nelle scuole superiori e nelle strade provinciali (dove gli incidenti, anche mortali, non accadono in maniera casuale, l’ultimo si è registrato la scorsa settimana sulla S.P. 4  Avola – Bochini -Noto).

Una gestione amministrativa molto precaria e con una organizzazione del personale interno azzardata e pregiudicata spesso da atti illegittimi (come l’ultimo decreto del Commissario Arnone di fine gennaio non ancora impugnato e, tantomeno revocato dal nuovo Commissario straordinario).

Sul dissesto finanziario dell’Ente ancora non c’è stata alcuna indagine.

Lo stesso Presidente della Regione Siciliana, Musumeci, e la stessa Ars non hanno insediato alcuna Commissione d’inchiesta malgrado sia stata chiesta da più di un rappresentante politico provinciale.

Il Ministero della funzione pubblica non ha ancora provveduto alla nomina dei Commissari e la stessa dott.ssa Floreno che sta reggendo il Libero Consorzio di Siracusa ieri, nell’incontro con i sindacati, ha voluto a suo modo tranquillizzarli dicendo che, in seguito alla dichiarazione di dissesto, i dipendenti del Libero Consorzio non corrono alcun rischio in ordine al mantenimento del posto di lavoro, e tuttavia, per sostenere economicamente l’Ente, servono provvedimenti specifici.

Come dire, sino ad ora non proclamiamo esuberi di personale, in futuro si vedrà; ma., intanto, soldi non ce ne sono e non sappiamo più dove prenderli.

Una iniezione di sfiducia che arriva nel momento più buio in cui è stata ridotta l’ex Provincia di Siracusa. Da cinque anni commissariata, fallita, senza servizi e con un patrimonio immobiliare in abbandono, con i dipendenti bloccati e retrocessi nella carriera, con stipendi che da tre anni arrivano quando si può, con buona pace dei sindacati. Ad oggi sono quasi quattro le mensilità arretrate dovute. La prossima settimana andranno in pagamento due, marzo e aprile, per gli altri due si vedrà.

Per non parlare di Siracusa Risorse, gestita malissimo e asservita completamente ad una certa  politica, che oscilla da mesi fra il salvataggio e il fallimento con grande apprensione per i dipendenti.

Oggi, almeno, in questa triste telenovelas prodotta dai passati governi nazionale e regionale a guida Pd (Renzi – Delrio – Crocetta), si registra un’ennesima notizia che si può leggere positivamente. La propone l’ex deputato regionale Vincenzo Vinciullo.

Il Consiglio dei Ministri, ieri, ha dato il via libera alla Legge di Stabilità della Regione Siciliana, decidendo di non impugnare i provvedimenti che sono stati votati dall’Assemblea Regionale Siciliana. Fra le tante norme, quella più significativa è quella che riguarda la possibilità di tornare a votare tra il 15 ottobre e il 15 dicembre. Come si ricorderà, nell’agosto del 2017 con la Legge Regionale 11 agosto 2017, n.17, su cui la Commissione Bilancio, da me presieduta, aveva dato parere positivo, si era deciso di ritornare a votare in Sicilia, contemporaneamente alle elezioni per i Comuni, prevedendo l’elezione diretta del Presidente della Provincia e con ciò introducendo una norma nuova rispetto al resto d’Italia, dove, invece, si è votato con elezione di secondo livello, cioè con il diritto al voto solo dei Sindaci e e dei Consiglieri Comunali.

Il Consiglio dei Ministri, in quell’occasione, ebbe ad impugnare la norma e, di conseguenza, in previsione della decisione da parte della Corte Costituzionale, l’Assemblea Regionale Siciliana ha rinviato le elezioni da giugno ad una data da stabilire fra ottobre e dicembre.

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