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(Video) 20 NOVEMBRE GIORNATA MONDIALE PER I DIRITTI DELL’INFANZIA

Riceviamo e pubblichiamo comunicato di Francesco Sciuto, difensore dei diritti umani del comune di Siracusa

 

Si celebra oggi giovedì 20 novembre il 25^ anniversario della emanazione della Convenzione ONU sui Diritti dei bambini (New york 20/11/1989), che enuncia i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza che tutti gli stati che hanno ratificato la Convenzione si sono impegnati a rispettare.

Ciò nonostante è  sotto gli occhi di tutti che i bambini sono ancora nel mondo vittime di violenza di tutti i tipi: la quotidianità vicina o resa vicina dai mass media e  i dati epidemiologici sono angoscianti!

Sbagliato sarebbe pensare che questi dati non interessano la nostra città; altrettanto sbagliato pensare che queste violenze si consumano solo all’interno della famiglia, più o meno allargata e ritenere che le istituzioni  educative, scolastiche, sociali, giuridiche e sanitarie siano i baluardi contro questa violenza.

Non è così!  Ancora oggi nella nostra Siracusa bisogna lottare contro scuole che desiderano escludere bambini in situazioni di fragilità, contro giudici più orientati a leggere i bisogni degli adulti e meno quello dei bambini, contro strutture sanitarie inefficienti e inefficaci. Sono migliaia nella nostra Siracusa i bambini in situazioni di reale povertà o vittime di violenza assistita o quelli ai quali vengono negati ancora i diritti essenziali: cibo o vestiti adeguati così come accoglienza e affetto, ma  posso assicurare, l’elenco potrebbe essere veramente lungo e già in parte trattato nella mia ultima recente relazione periodica alla città e alle istituzioni.Oggi, però, desidero soffermare la mia riflessione su due articoli della convenzione troppo spesso trascurati:

L’Art. 12 così recita:

Gli Stati parti garantiscono al fanciullo capace di discernimento il diritto di esprimere liberamente la sua opinione su ogni questione che lo interessa, le opinioni del fanciullo essendo debitamente prese in considerazione tenendo conto della sua età e del suo grado di maturità.

L’ Art. 13 prosegue e dice:

Il fanciullo ha diritto alla libertà di espressione. Questo diritto comprende la libertà di ricercare, di ricevere e di divulgare informazioni e idee di ogni specie, indipendentemente dalle frontiere, sotto forma orale, scritta, stampata o artistica, o con ogni altro mezzo a scelta del fanciullo.

 

Tra gli articoli della convenzione ONU, tutta orientata a garantire i diritti dei bambini nei vari campi della salute, dell’educazione ecc. questi articoli sembrerebbe quelli meno interessanti o scontati, ma così non è!

Quali e dove sono i luoghi di ascolto dei bambini?

La difficoltà di ascolto è una delle caratteristiche della nostra società globalizzata e consumistica. Liquida, utilizzando le parole di Bauman, perché tutto è sempre fluido, passeggero, privo di radici e di solidità: tutto è principalmente rappresentato, ma non sempre consequenziale o aderente alla realtà. Così è nei confronti dei bambini. Bambini rappresentati dall’adulto come “bisognosi”, ma poi strumentalizzati nei conflitti tra adulti; “fragili”, ma poi mai ascoltati veramente; “da educare”, ma poi ricoperti di inutili regali e quasi mai del dono della nostra presenza silenziosa e dialogante;  “da rispettare” , ma poi mai accolti come Persona o vittime delle proiezioni più o meno consapevoli di noi adulti!

Anche oggi ci saranno eventi per ricordare i diritti dei bambini…eventi, privi di programmazione! Parole che si sostituiscono a progetti; interventi frammentati privi di percorsi; manifestazioni, ma senza protagonismo dei bambini, senza la loro soggettività rispettata.

Forse sarebbe utile una maggiore riflessione riguardo il senso dell’art.12 e 13 della convenzione, non meno importanti degli altri articoli. Non c’è infatti comprensione  senza ascolto; non c’è ascolto senza libertà; non c’è libertà senza riconoscimento di diritti; non c’è diritto senza rispetto della soggettività dell’altro; non c’è soggettività senza la consapevolezza dell’altro come Persona, qui ed ora; non c’è consapevolezza dell’altro come persona senza riscoperta di una relazione di reciprocità, dove ognuno esiste proprio nello specchio dell’altro.

Partiamo dal nostro fallimento come adulti, forse scopriremo l’opportunità che i bambini ci offrono per rifondare la nostra Umanità. Lavorare per una città che diventi comunità per i bambini significa risanare  le lacerazioni del tessuto sociale..

La comunità siracusana, società civile e istituzioni, sia capace di creare nuovi spazi di ascolto dei bambini e se l’ascolto sarà autentico e puro diventerà allora urgente per ognuno di noi affermare i loro diritti realmente e non solo enunciarli come accadrà oggi in tanti luoghi dove da domani tutto tornerà come prima.

La marcia che centinaia di bambini oggi faranno, organizzata dal Comune di Siracusa, dall’UNICEF, da questo ufficio del Difensore, dalle scuole di Siracusa e da tante associazioni del volontariato sia  un fatto non episodico, ma l’inizio di un nuovo percorso che porti a nuovi spazi di dialogo con i bambini.

 

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