CronacaNewsProvincia di RagusaRegione

Santa Croce Camerina, la vicina di casa: “Veronica e il suocero sempre insieme, credevo fosse lui il marito!”

di Ilaria Greco
La trama della tela del giallo di Santa Croce Camerina diventa sempre più intricata e i fili si ingarbugliano sempre di più. A mettere carne sul fuoco le testimonianze delle vicine di casa, sicuramente importanti per ricostruire la vicenda. “Credevo che Veronica e Andrea fossero marito e moglie, fra di loro c’era molta confidenza”, questa la frase che si è fatta scappare Vanessa di Naro, vicina di casa di Veronica Panarello, nel gennaio 2015 e la cui intercettazione è stata pubblicata nell’ultimo numero del settimanale “Giallo”. Si tratta sicuramente di un tassello importante che si aggiunge ad una vicenda monto delicata, dove la mamma del piccolo Loris ha accusato il suocero, Andrea Stival, di essere l’autore dell’omicidio del figlio. L’uomo però si è fin da subito detto innocente, fornendo un alibi e dicendo “siamo di fronte all’ennesima follia di Veronica”. Veronica, in effetti, lo ricordiamo, da quando è in cella ha cambiato tre versioni, e questa è appunto l’ultima sua versione.
La vicina di casa di Veronica avrebbe raccontato di aver visto spesso il nonno di Loris a casa della nuora, ma oggi torna a parlare e prova a spiegare il senso di quelle parole che tanto hanno fatto discutere: “Dicendo che Andrea fosse spesso a casa di Veronica non significa che intendevo dire che ci fosse una relazione tra i due”, spiega Vanessa Di Naro.
Una cosa sembra essere certa: Veronica Panarello avrebbe passato molto tempo in casa con il suocero, mentre il marito lavorava nel nord Italia come autotrasportatore.

Non è la prima volta che le vicine di casa si esprimono, già nel mese di dicembre scorso parlò un’altra vicina, grande amica di Veronica, ad una intervista sul giornale “Oggi” (leggi qui) . «La sera prima che Loris scomparisse», svela Claudia Giavatto a Oggi, «Veronica non volle che io salissi a casa sua. E quando venne da me, con lei c’era solo il figlio più piccolo. Quel venerdì sera Veronica era rimasta senza latte, così mi telefonò per chiedermi se io ne avessi un litro in più e le dissi di sì. A casa c’ero io, c’erano i miei figli: te lo portiamo noi, dissi. Ma lei, che pure era sola con due bambini, non volle, era irremovibile. Quando venne a casa mia col piccolo, Loris non c’era. E oggi mi chiedo: perché ha insistito così tanto a non farci salire da lei? Dov’era Loris? C’era qualcosa che non dovevamo vedere?».

«Veronica era una brava mamma», continua Claudia Giavatto nell’intervista a Oggi, «ma aveva anche tante stranezze: raccontava spesso piccole bugie e riferiva episodi inspiegabili».

«Veronica ripeteva spesso uno strano gesto: prendeva una foto di quando era piccola, ci metteva accanto una foto di Loris e diceva: “Siamo uguali, lo vedi che siamo uguali?”. Lo faceva ossessivamente, come dimenticandosi di averci già fatto vedere quelle due foto vicine solo il giorno prima».

Insomma il quadro che ne emerge è quello di una donna amorevole nei confronti dei figli ma anche molto fragile.

Pubblicità