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Avola, dopo la morte di Nardò Aretusa byke chiede maggiore sicurezza per i ciclisti

Siracusa (21/02/2016) –  L’incidente mortale, ad Avola nel quale ha perso la vita un anziano in bici, travolto da un pirata della strada, rilancia il problema della sicurezza per i ciclisti. Pone il problema, ancora alla ribalta della cronaca, l’associazione Aretusa Byke, che da un ventennio si occupa della promozione della cultura della bicicletta in Sicilia.

“Mancano le piste ciclabili – scrive in un documento l’Associazione – ma soprattutto non viene promossa la cultura della bicicletta tra la cittadinanza e, soprattutto, tra gli automobilisti, che trattano i ciclisti come degli intrusi nella viabilità cittadini. Il futuro dello  sviluppo sostenibile è, invece, nella bicicletta e nel rispetto di chi fa uso di questo mezzo alternativo”.

Intanto, sull’incidente di Avola in cui ha perso la vita il povero Vincenzo Nardò, ci scrive Michele Rossitto, un cittadino, di cui vi proponiamo uno stralcio della lettera da lui scritta:

“La tragedia consumatasi il 16 Febbraio in cui il povero Signor Nardó ha perso la vita, la si poteva evitare se fossero state prese sul serio  sul serio le continue denunce che la moglie ed il suocero dell’autore dell’incidente, hanno esposto per violenza e minacce – scrive Michele Rossitto –  Da ricordare che il “pirata” arrestato, oltre ad essere stato in galera per problemi con la droga, ha scontato anche una pena per violenze domestiche. Il suo comportamento violento non è cambiato. Le continue denunce esposte dalla moglie (per violenza) e dal suocero (per minacce), però, sono sempre state minimizzate”.

E’ una chiave di lettura nuova dell’incidente, attualmente al vaglio degli inquirenti.

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