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Incombe anche a Siracusa l’ombra degli inceneritori. Il grido di allarme delle associazioni ambientaliste

Il grido di allarme di alcune associazioni, tra cui Natura Sicula, in merito alla decisione Stato-Regioni di costruire sei inceneritori in Sicilia, uno dei quali potrebbe essere costruito in provincia di Siracusa nella ex centrale Tifeo.

Siracusa, 8 febbraio 2016 –  In seguito alla decisione presa in questi ultimi giorni dalla conferenza Stato-Regioni di costruire “almeno” due termovalorizzatori in Sicilia nei prossimi cinque anni (che alla fine saranno sei, come preannunciato dalla Giunta Regionale, e di cui uno potrebbe derivare dalla conversione dell’ex centrale Tifeo di Siracusa) le Associazioni Rifiuti Zero Siracusa, Natura Sicula e Legambiente Siracusa si dichiarano di essere fermamente contrari a questa decisione. Infatti – dichiarano  in una nota congiunta Salvo La Delfa (Rifiuti Zero Siracusa), Fabio Morreale (Natura Sicula) e Giusy Mangano (Legambiente Siracusa)  – in una regione dove la percentuale di raccolta differenziata diminuisce anziché aumentare (si è passati dal 13.3% nel 2014 al 12.5% nel 2015), in una regione dove si produce una quantità pro-capite di rifiuti elevata, in una regione dove gli amministratori comunali sono lasciati da soli a gestire i rifiuti, non è possibile, con accordi di questo tipo, rallentare il processo verso la Strategia Rifiuti Zero, che considera il rifiuto come una risorsa e come un volano che può mettere in moto l’economia”.

“I termovalorizzatori, laddove sono stati costruiti, si stanno dismettendo, proprio per l’impatto negativo che essi hanno sull’ambiente e sulla salute dei cittadini (c’è da considerare le nanoparticelle prodotte e le scorie da smaltire). In Sicilia, invece dopo anni di immobilismo e di non politica dei rifiuti si pensa, proprio come nel passato, di risolvere tutto costruendoli, di cancellare anni di immobilismo nella gestione dei rifiuti con una brutta toppa”.

I rappresentanti delle associazioni ambientaliste chiedono al governo regionale gli impianti di compostaggio (l’umido rappresenta il 40% del nostro rifiuto), mancanti nel territorio, se si vuole arrivare al target del 65% di differenziata, di ultimare il piano regionale dei rifiuti, di pianificare aiuti concreti per le amministrazioni comunali. Contemporaneamente, chiedono ai Comuni di proseguire nell’attività di buona gestione dei rifiuti.

Sono diverse le critiche che sono piovute su questo accordo provenienti non solo dal mondo dell’ambientalismo. Rifiuti Zero Siracusa, Natura Sicula e Legambiente Siracusa dichiarano che continueranno a seguire la situazione, sempre con posizioni e interventi costruttivi.

Ilaria Greco

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